SOLE Leonardo

SASSARI. 23.02.2014. E’ morto ieri pomeriggio, alle 5 e mezzo, nel reparto di medicina d’urgenza dell’ospedale civile, Leonardo Sole: aveva 80 anni. La notte, mentre era a casa, si era sentito male, e i familiari lo avevano accompagnato al pronto soccorso. Purtroppo il quadro clinico era gravissimo, e infatti l’ictus non gli ha lasciato scampo. Solo in questo modo poteva spegnersi una mente così vivace e iperattiva. A scorrere l’elenco di tutte le cose che ha scritto e fatto Leonardo Sole in tanti anni, viene il mal di testa. Appassionato di linguistica, semiotica, teatro e dialetto sassarese, studioso della cultura sarda, poeta, drammaturgo, docente universitario, era un intellettuale a tutto tondo. Ha insegnato per decenni all’Università, ma era tutt’altro che un cattedratico noioso. Il suo modo di insegnare la linguistica generale era certamente fuori dalle righe. Riusciva a coniugare perfettamente il De Sussure all’aneddoto sassarese, funambolismo mica da poco, e questo rendeva le sue lezioni molto singolari. Quasi sempre prendeva spunto da una notizia, da un articolo di giornale, o da qualcosa che gli era capitata nel tragitto casa-università. Era il suo modo di far precipitare la teoria dei segni (quanto di più lontano ci sia dal nostro quotidiano) sulle piccole cose nelle quali si inciampa ogni giorno. Tra le sue passioni c’è stato anche il giornalismo: per moltissimi anni è stato critico teatrale de “La Nuova Sardegna", nonché membro nazionale dell''Associazione Critici Italiani, e ha curato, sempre per il giornale, una rubrica di poesia sarda. Ha svolto per parecchi anni seminari di semiotica teatrale, promuovendo attività teatrali universitarie, organizzando laboratori e corsi di semiotica della poesia. Ha al suo attivo numerosi studi sui problemi delle minoranze linguistiche, con particolare riferimento a quella sarda con diverse pubblicazioni. E' stato presidente del "Confemili" (Comitato nazionale federativo minoranze linguistiche d'Italia) e membro del Bureau européen pour les langues moins repandues con sede a Dublino e Bruxelles. Ha svolto numerose ricerche interdisciplinari sul campo, soprattutto in Barbagia, in collaborazione con la discoteca di Stato, con l'istituto superiore regionale etnografico e con illustri studiosi, coi musicologi Diego Carpitella e Pietro Sassu ha pubblicato tre dischi di musica sarda, contributo prezioso e fondamentale per capire le radici musicali della cultura sarda.
Come drammaturgo si è impegnato in un lungo lavoro di ricerca e di orientamento a favore di un grande teatro sardo. Molte le opere teatrali che portano in mome di Leonardo Sole da "Pedru Zara" portata in scena nel 1978 dallaCompagnia S'isciareu per la regia di Tore Sfodello a “Funtanaruja (da Fuenteovejuna di Lope de Vega) rappresentata nel 1979 con la regia di Marco Parodi e poi "L'incendio nell'oliveto" per la regia di Marco Gagliardo, messe in scena nel 1986 dalla Cooperativa Teatro di Sardegna.
Significativo il capitolo dedicato al vernacolo e la lingua sarda (da "Occi mei occi toi" (1984) a "Cumpari" e "Il grido dell'erba" (1993). Importante la collaborazione con Franco Scaldati ("Il pozzo dei pazzi " del 1996, "Itaca, Itaca" con Jacques Thiers e Franco Scaldati del 1997.
Un capitolo ricco della biografia di Sole riguarda la collaborazione con Giampiero Cubeddu e il Teatro di Sassari. Tra le opere da ricordare "Lu viziu di Masthr'Antoni" "La panchina" , "La casa nuova" e "La valiglia". Le sue opere sono state portate in scena anche dalla Compagnia Botte e Cilindro , Akroama per la regia di Lelio Lecis e Compagnia S'arza e Fueddu e gestu.