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Ducumentu
Biagio Guerrera - Lingua

INTERVISTA BIAGIO GUERRERA

 

La lingua siciliana è in anni di grande vitalità espressiva.

In ambito poetico spicca il nome di Nino De Vita, Premio Moravia, che dalla contrada nativa di Cutusio ha tratto le storie, i luoghi, la parlata, per costruire il proprio alfabeto poetico così peculiare. Della stessa generazione Sebastiano Burgaretta che da Avola trae linfa per una poesia che ha un respiro più ampio, si allarga a tutto il Mediterraneo, al mondo Ellenistico, Arabo, Ebraico in un unico grande abbraccio. Nella generazione più recente, oltre al sottoscritto Biagio Guerrera, ricordiamo Salvo Basso, purtroppo recentemente scomparso. In lui il siciliano si è liberato quasi completamente di qualunque eredità legata al mondo agricolo. I suoi sono frammenti acuti, dolorosi.

In ambito teatrale c'è stata in questi anni una vera e propria fioritura di nuovi autori e nuove scritture. Il maestro riconosciuto resta senza altro Franco Scaldati, drammaturgo tra i massimi in Italia, che ha reinventato in modo poetico e fantastico il suo palermitano, anche mettendolo al servizio di alcune traduzioni importanti, come  La Tempesta di Shakespeare. Accanto a Scaldati si sono affermati numerosi autori più giovani, come il messinese, Spiro Scimone, approdato recentemente anche al cinema con esiti felici, Carmelo Vassallo, catanese. Sempre a Catania Nino Romeo, del gruppo Iarba o Enzo Alaimo, autore di un teatro di stampo civile. Tutti autori che hanno portato nuova linfa alla grande tradizione del teatro in lingua siciliana.

Anche il cinema merita di essere ricordato. Oltre al già citato Spiro Scimone che ha trasposto il lavoro teatrale Nunzio nel film Due Amici, i nomi più rappresentativi sono i palermitani Daniele Ciprì e Franco Maresco, che hanno operato per anni in video, con il loro Cinico TV e poi sono approdati al grande schermo realizzando tre lungometraggi, alcuni dei quali molto contestati, ma di grande efficacia poetica. con un gusto per le rovine che è tutto siciliano.