IL XV PREMIO EUROPA PER IL TEATRO

Il XV Premio Europa per il Teatro si è svolto dal 23 al 26 aprile a Craiova, Romania, in continuità con il prestigioso International Shakespeare Festival, giunto quest’anno alla decima edizione. Questa edizione del Premio è stata patrocinata dalla città di Craiova, che ha voluto riunire i due eventi, ed organizzata in cooperazione con la Fondazione Shakespeare e con il Teatro Nazionale ‘Marin Sorescu’ ai quali si è aggiunto il contributo dell’Istituto Rumeno di Cultura.

Durante la prima giornata, legandosi idealmente all’ International Skakespeare Festival, il Premio ha proposto, nella sezione ‘ritorni’, due spettacoli ispirati dal Bardo di Stratford upon Avon: Giulio Cesare, pezzi staccati, di Romeo Castellucci e Richard III per la regia di Thomas Ostermeier.

Preceduto in mattinata da un incontro del regista tedesco con la critica, Richard III di Thomas Ostermeier, nato da una nuova traduzione e adattamento del testo in lingua tedesca di Marius von Mayenburg, è frutto di un lungo e capillare lavoro d’équipe che ha visto impegnati regista, attori, musicisti e tecnici, nel ritrovare l’energia ad il senso di questo dramma del potere e delle sottigliezze linguistiche che ne esprimono l’essenza.
Costumi, musiche techno potenti ed inquietanti con percussioni dal vivo, interventi video e l’utilizzo di un poderoso equipaggiamento tecnico formano una scena decisamente contemporanea, a tratti statica e a tratti pop ed ‘atletica’, capace tuttavia di trasmettere il senso ‘elisabettiano’ dell’opera. Clamoroso successo di pubblico e teatro ‘Marin Sorescu’ esaurito.
I pezzi ‘staccati’ dal celebrato Giulio Cesare di Romeo Castellucci (Societas Raffaello Sanzio), costituiscono un ‘intervento’ teatrale in senso semiotico ma, ancora prima, fisiologico. Così Il dramma di Shakespeare prende letteralmente corpo dalla gola, organo di fonazione che ad un certo punto smarrisce la parola per restituirci la phoné e le visioni di un dramma fondato sulla retorica del potere. L’impatto emotivo sul pubblico, la perfezione formale dell’opera e l’intelligente utilizzo del salone d’ingresso dell’Università di Craiova come spazio scenico pressoché perfetto per questa ‘operazione’, hanno creato un‘atmosfera e un momento di teatro irripetibili.
La giornata di domenica 24 aprile si è aperta al Teatro Nazionale Marin Sorescu con una conferenza-incontro a più voci curata da Ulrich Kuon e scandita da brevi, pertinenti, performance musicali, sul lavoro teatrale e la figura di Andreas Kriegenburg, uomo di teatro ‘totale’ e figura probabilmente unica nella scena europea contemporanea.
La mattinata è proseguita con una tavola rotonda sul ruolo sociale del teatro ai giorni nostri, organizzata dall’Unione dei Teatri d’Europa. Di particolare interesse sono state le esperienze di confine raccontate da William Docolomansky, Armando Punzo e Pippo del Bono. Dai loro interventi è emerso come il teatro contemporaneo possa effettivamente ancora incidere sulla condizione e le possibilità espressive di fasce emarginate delle nostre società.
Nel primo pomeriggio c’è stato l’incontro con il National Theatre of Scotland a cura di Joyce Mc Millan. Il particolare approccio a un teatro scozzese della working class è stato al centro dell’incontro che ha evidenziato un metodo di teatro ‘mobile’ che raggiunge diversi luoghi e comunità per costruirvi, insieme, degli spettacoli di notevole qualità. In serata, al teatro ‘Colibri’ il National Theatre of Scotland ha presentato Last Dream (on Earth) di Kai Fischer. In questo spettacolo il pubblico ascolta in cuffia il racconto del viaggio della speranza di un anonimo migrante africano che incrocia, con un salto nel passato, il non meno pericoloso viaggio spaziale di Yuri Gagarin, il primo celebrato eroe dello spazio, che viaggiava compresso dentro una minuscola e precaria navicella metallica.
A chiusura della giornata la proiezione del documentario di Silviu Purcarete, basato sulla messa in scena della Tempesta di W. Shakespeare ha reso omaggio al regista rumeno.
Il terzo giorno di lavori si è aperto nell’ampio foyer del teatro nazionale Sorescu con la conferenza-incontro dedicata al lavoro teatrale di Juan Mayorga, curata da Emilio Javier Peral Vega. I numerosi interventi di collaboratori, critici, studiosi e traduttori del teatro di Mayorga hanno fatto emergere il metodo di questo drammaturgo e regista spagnolo il cui teatro si sta imponendo in diversi paesi del mondo. Nell’elaborazione dei suoi testi e nella messa in scena, Mayorga parte da un approccio rigoroso - filosofico e matematico - nel quale non manca una certa ironia e la capacità di lasciare dei ‘vuoti’ così da fare completare al pubblico, lasciandogli trovare altri significati, le ‘gastalt’ aperte col suo teatro. Una dimostrazione del suo metodo di lavoro, con estratti dallo spettacolo The Jugoslavs, ha completato l’incontro.
Nel pomeriggio altri due incontri dedicati ai premiati delle Realtà Teatrali: il primo, condotto da Noémi Herczog, con il regista Ungherese Victor Bodò, artefice di un teatro rigoroso ed indipendente - fondatore nel suo paese del gruppo Sputnik oramai sciolto - che continua a ricercare insieme ai suoi collaboratori un teatro comunitario, ma non ‘mistico’, dove drammaturgia, competenze tecniche, lavoro sull’attore, musica e danza, s’incontrano in un lavoro d’équipe che gli dà un carattere preciso, rigoroso, riconoscibile e godibile, fuori da ogni ufficialità e da ogni vezzo teatrale da parte degli attori e del regista. Il secondo incontro, a cura di Georges Banu, è stato dedicato al teatro di Jöel Pommerat, considerato in Francia come l’erede di Peter Brook e Ariane Mnouchkine. L’incontro ha evidenziato come egli prediliga una scena vuota nella quale irrompe la realtà contemporanea con quasi soltanto le luci a segnare i corpi degli attori, liberati dal loro ruolo di meri interpreti per farsi parte viva di una poetica e di un lingiaggio teatrale estremamente realistico. La giornata si è chiusa al teatro-ragazzi Colibri con lo spettacolo Reikiavik con la drammaturgia e regia di Juan Mayorga. Reikiavik, ispirata alla nota sfida scacchistica tra Bobby Fisher e Boris Spasski, è una commedia sulla guerra fredda, il comunismo, il capitalismo, il gioco degli scacchi, il gioco teatrale e gli uomini che vivono “la vita degli altri”. É una pièce che incarna il pensiero dell’autore come “arte dell’immaginazione”.
La giornata conclusiva della manifestazione è stata dedicata al Vincitore del XV Premio Europa per il Teatro, il danzatore e coreografo svedese Mats Ek. Nel corso della mattinata il premiato ha partecipato ad un incontro curato da Margareta Sörenson. Dopo avere riconosciuto il suo debito verso la madre, Birgit Ragnhild Cullberg che ha rinnovato la danza in Svezia e verso Pina Bausch, che ha inventato il teatro-danza moderno e contemporaneo, Mats Ek ha spiegato come per lui, al di là di ogni apprezzabile analisi sul suo lavoro, creare una coreografia è come scrivere un testo sulla sabbia o sull’acqua, ciò che ne rimane sono sensazioni ed emozioni. Ha ricordato, poi, come le donne siano sempre centrali nelle sue creazioni; anche quando, come in una sua nota coreografia, sono impegnate in attività quotidiane, come passare energicamente l’aspirapolvere sulle moquette di casa tra cessi e bidet, appaiono nobili, aggraziate e potenti come regine.
Nel pomeriggio al ‘Teatro della casa dello studente’ è andato in scena, in lingua tedesca, Nathan il Saggio da Nathan der Weise di G. E. Lessing con la Regia di Andreas Kriegenburg, prodotto dal Deutsches Theater. L’opera, scritta dal filosofo illuminista e drammaturgo G. E. Lessing nel 1779, è ambientata a Gerusalemme durante la terza crociata e descrive in che modo il saggio mercante ebreo Nathan, l'illuminato sultano Saladino e un inizialmente anonimo templare riescono a superare il divario tra Ebraismo, Islam e Cristianità nella città sacra assediata. Kriegenburg racconta questa vicenda con cinque attori che cambiano più di una volta ruolo ed una macchina scenica costituita da una parete mobile in legno che con semplici spostamenti si trasforma nelle mura di Gerusalemme e in diversi interni.
La cerimonia di premiazione, ripresa in diretta dalla TV Nazionale, ha chiuso le quattro intense giornate del Premio.
Dopo i saluti del Sindaco di Craiova Lia Olguta, del presidente dell’Istituto Rumeno di Cultura Radu Boroianu, del direttore e fondatore del Festivalului International Shakespeare Emil Boroghina e del direttore del Teatro Nazionale ‘Marin Sorescu’ Alexandro Boreanu, Georges Banu, a nome della giuria, ha dato un Premio Speciale a Silviu Purcarete, per il suo lavoro creativo di regia teatrale in Romania e nel resto del mondo. Hanno successivamente ricevuto il Premio Realtà Teatrali Viktor Bodó, regista (Ungheria), Andreas Kriegenburg, regista (Germania), Juan Mayorga drammaturgo (Spagna), National Theatre of Scotland, Teatro nazionale (Scozia/Regno Unito) e Joël Pommerat, ‘autore di spettacoli’, come ama definirsi, (Francia).
La cerimonia si è conclusa con la consegna del XV Premio Europa per il Teatro a Mats Ek; il premio è stato consegnato dal Segretario Generale del P.E.T. Alessandro Martinez. Dopo le premiazioni Mats Ek ha proposto Axe con Ana Laguna e Yvan Auzely, due icone della danza contemporanea. Axe segna l'addio alla coreografia da parte di Mats Ek che ci consegna, in un breve duetto, un autentico capolavoro e un tema ricorrente nelle sue coreografie: la profonda relazione che corre tra uomo e donna. In questa creazione una coppia non più giovane oscilla tra le necessità pratiche della vita e un tempo, riattivato dalla donna, per il contatto, i sentimenti e le cose importanti dell’esistenza.