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Poesia catalana di protesta
a cura di Giuseppe Tavani
Bari: Laterza, 1968.

«...sapere che vi cerco nella notte,
la notte, questo silenzio,
nella notte e nella speranza.»

Nicolás Guillén
Trujillo è morto. Signore, c'è da credere in Voi
quando vi mostrate tanto giusto e miracoloso!
Non è bene festeggiar la morte, e orribile è l'odio,
ma, si deve essere indifferenti alla gioia che lui
più non ci roda in sogno come spietato avvoltoio
che aspettasse alla fine se ci vinceva la paura?
Posso respettare la morte del nemico che gioca
pulito: dop tutto, se ti fa piangere, t'asciuga.
Ma oggi sono felice per il sangue che è sgorgato
-oggi soltanto!-, perché la morte ha fatto buona scelta.
Che fosse pazzo o sano il Benefattore? Non m'importa
altra cosa che il male che il ricordo di lui ci porta,
e neppur così si muove la bilancia dei lamenti
che, figliodiputtana, s'è addossato per trent'anni.
Questo mare di dolore in cui nuotano le Antille,
l'America del Sud divorata dalle volpi,
quando avranno la pace che gli è negata da Wall-Street?
Quando, dite, sarà giorno quel che oggi è solo notte?
Il dilema è proposto. La notte americana
vede milioni di sguardi scrutar l'ora cubana.