Nettunaria
quattordici febbraio. le correnti
trascinano su di me macchie di carburante
come nuvole di gloria senza senso.
se mi fermo a sfiorare la superficie
intuisco brezze, luce dall’altra parte
a increspare la mia pelle
per il crepuscolo delle crociere.
aspetto ancora un navigante astuto
da odiare, marinaio di strategie
chiare, amato dagli dèi, rotte
oblique verso il faro di due trecce
per salvarlo, forse mio malgrado.
è odisseo la mia nostalgia, perché ormai
non vale la pena convocare tempeste: