Versione :

Estate di San Martino

Come onda
che del mare l’illusione allunga
nella rena allunghi tu il tuo tempo.
E’ tempo di piogge questo tempo,
e di giorni che appassiscono nell’addensarsi
lento di croci sempre più vicine,
sempre più fitte
come le foglie che ricoprono
il sentiero che s’allontana
sotto le orme stanche di chi parte.
E pare in lacrime l’aria
quando si fonde col teporoso alito
della zolla appena aperta
dall’aratro. E pare
senza fine il silenzio che riempie
il vuoto tra i tralci rugginosi,
dove l’azzurro è più azzurro se compare.
Ma basta la dolcezza
d’un grappolo scordato,
lo stupore per una mora
rimasta nella siepe disfatta
dall’anno che declina
per ravvivare come fiamma la memoria,
e l’animo cinto
di malinconia. Zucchero allora
si fa del mirto l’asprore,
perle di corallo gli acini
della palmanana appaiono
al sole che anche in questa stagione
ha un suo calore, e già
la cerea bacca del corbezzolo che s’arrossa
attorno sparge presagi di Natale.