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Francese

Sardaigne et Catalogne : composition musicale dans le théâtre pour enfants

Conferénce à l'Adecec de Cervioni
mercredi 1 mars 2000

Non è affatto semplice operare un confronto tra due realtà, quella sarda e quella catalana, così diverse per moltissimi aspetti: storici, sociali ed economici.
Nonostante la estrema vicinanza territoriale, che ha reso in un passato non tanto lontano l'isola sarda parte integrante del regno d'Aragona e di Castiglia, in seguito la storia ha talmente diviso le due terre che oggi non appare così facile trovare dei nessi culturali, a parte evidenti contaminazioni linguistiche catalane nella lingua sarda, l'uso di un dialetto derivato dal catalano nella città di Alghero ed alcune comuni abitudini gastronomiche e di vita quotidiana.
Tutto ciò potrebbe non essere poco, considerate le travagliate vicende storiche, e poco non è dal punto di vista culturale in generale. Ma per chi voglia, come noi, svolgere una breve analisi comparativa delle due realtà nel settore del teatro, ed in particolare della musica per il teatro infantile, non è assolutamente di aiuto, se non in misura esigua.
Nel corso di questa breve relazione, cercherò di focalizzare alcune problematiche fondamentali delle due realtà a confronto, avvalendomi spesso di esempi sonori tratti da varie esperienze. Sarà mia particolare attenzione mettere in risalto e portare al vostro ascolto gli esperimenti pedagogicamente più riusciti o che prevedono il coinvolgimento dei bambini.

In Catalogna
Il teatro infantile e di animazione catalano può essere considerato certamente all'avanguardia nel panorama europeo, e per molteplici ragioni.
Innanzitutto una programmazione lungimirante da parte degli enti pubblici, che da molti anni procedono con interventi mirati alla riscoperta, salvaguardia e promozione nei termini di immagine di qualsiasi manifestazione culturale si svolga in terra catalana, sia essa con radici etniche o no. Considerevole è infatti l'entità dei finanziamenti, da parte degli enti pubblici, verso qualsiasi iniziativa culturale.
Questa situazione ha generato una ricchezza di occasioni, festival e rassegne promozionali, nelle quali le compagnie teatrali possono sperimentare, confrontarsi e farsi conoscere dal pubblico e dagli operatori del settore
Non è da trascurare, in quest'ottica, l'importante ruolo del teatro di strada catalano: immediato, comunicativo, gioioso, semplice e profondo al tempo stesso, nonché improntato alla massima professionalità, si è ritagliato in campo europeo, già da molti anni, uno spazio notevole, facendo in patria da traino a tutti gli altri settori del teatro. Per varie affinità quello del teatro infantile è il più vicino ad esso e quindi vi risultano più evidenti le conseguenze benefiche: quasi tutte le compagnie di teatro di strada hanno uno spettacolo per bambini molto valido.
Si aggiunga a tutte le considerazioni già fatte il fenomeno naturale della rinascita della cultura catalana in tutti i suoi aspetti, che ha reagito in maniera quasi esplosiva, già da metà degli anni settanta, al periodo di chiusura e oppressione subiti sotto il regime franchista.

Tutto ciò, nel corso degli ultimi vent'anni, ha fatto in modo che si verificasse un prolificare di compagnie e gruppi di animazione dediti al teatro infantile e per ragazzi, che all'interno dei loro progetti e delle opere vedono la musica come elemento essenziale per la riuscita dell'opera. Molte delle compagnie ospitano al loro interno dei musicisti stabili, i quali oltre a essere compositori delle musiche di scena, sono spesso anche esecutori dal vivo delle basi musicali, con il vantaggio evidente di apportare freschezza allo spettacolo e di poter interagire con gli attori e con il giovane pubblico, realizzando il più delle volte vere e proprie performance di improvvisazione, sebbene programmata e organizzata.
In una situazione così fertile si sono moltiplicate, oltre alle compagnie, anche le scuole, i corsi e seminari sui vari settori del teatro infantile, tutti ben rappresentati e da compagnie di livello internazionale: burattini e marionette anche non convenzionali, pupazzi, animazione musicale, giocolieri, trampolieri, ecc.
Tra le più attive attualmente: Gog i magog, Marceline i Silvestre, Band de canya, Nets i polits, Catacrac, Anna Roca, Teatre de la comèdia, Xirriquiteula teatre, Zum zum teatre, Tàbata teatre, Teatre de paper, Sarruga, Marta Alemany, Nessun dorma, La baldufa.

Ascolto e commento di alcuni brani

Considerata la vastissima produzione originale, non potendo portate alla vostra attenzione molti esempi, preferisco soffermarmi solamente su alcuni "classici" musicali per l'infanzia molto usati nel teatro infantile.
La Cançó de Joan Petit, per esempio, è sicuramente la più nota ed utilizzata negli spettacoli per i più piccoli, per le sue valenze giocose ed educative. Prevede il coinvolgimento dei bambini in un ballo, nel quale via via si devono toccare o indicare varie parti del corpo, cercando di ricordare la successione dei nomi al contrario, dall'ultimo al primo.
Joan petit quan balla,balla,balla,balla
Joan petit quan balla, balla amb el dit
amb el dit, dit, dit, ara balla Joan petit.
Poi al dito si aggiungono, dopo ogni ritornello, altre parti del corpo: la mano, il naso, gli occhi, il piede, ecc.
Altro esempio di canzonetta molto usata :
Ses ninetes, quan són petitetes,
Cullen ses floretes per dins es jardí
Ses ninetes, quan són més grandetes
No van de floretes, si no d'un fadrí.
O ancora:
Caragol, treu banya,
anirem a sa muntanya
a dur un feix de canyes
damunt ses teves banyes
caragol bover
jo també hi vindré.

In questo caso l'animazione consiste nel guidare i bambini in fila indiana, creando cerchi e incroci nella sala o piazza.

La Cançó de la lluna, su musica tradizionale, è proposta dal gruppo Ara va de bo:
La lluna, la pruna, vestida de dol
Son pare la crida, sa mare no ho vol
La lluna ve d'una gran bola d'argent
Que un dia, trancant-se, va omplir el firmament.
……………………………………
La lluna, la pruna, tot fent pim, pam ,pum,
va omplir el món d'estrelles i cuques de llum.

Forte è anche la tendenza nel teatro catalano infantile a recuperare leggende e fiabe popolari, con conseguente utilizzo di brani musicali tradizionali, ballate epiche o danze, eseguiti mediante strumenti tradizionali, quali la gralla, i flauti e molti tipi di tamburi. In questo caso gli spettacoli acquistano doppia valenza pedagogica e i brani cantati rivestono una vera e propria funzione narrativa.
E' il caso della leggenda del conte Arnaud, probabilmente di origine occitana, nella quale si trova questa ballata:
Sa mare lo veu venir per camp que verdejava
Collint violes i flors per guarir les seves nafres
D'aont venes, el meu fill amb la cara tramudada
Mare mia, ja ho sabeu que jo vinc de la batalla
De la batalla del rei, molts n'hi van no en tornen gaires
…………………………………………………………
Anche quest'altra è stata spesso inserita in molte opere di questo tipo:
Rossinyol que vas a França, rossinyol
Encomana-me a la mare rossinyol
D'un bel boscatge rossinyol, d'un vol.
Encomana-me a la mare rossinyol
I a mon pare no pas gaire, rossinyol
D'un bel boscatge rossinyol, d'un vol.
Perquè m'ha mal maridada, rossinyol
A un pastor m'en ha donada, rossinyol
……………………………………….
 
In Sardegna.

Le stesse considerazioni non possono farsi per la situazione del teatro infantile in Sardegna, anche in questo caso per una serie di cause concomitanti.
Gli enti pubblici sardi, ed in particolare gli Assessorati regionali, non hanno mai predisposto delle leggi di finanziamento apposite per il teatro, per cui le compagnie sono costrette da sempre ad usufruire di leggi generiche per le iniziative culturali, spesso inadatte, poco elastiche e mal finanziate.
L'incerto sviluppo economico e la scarsa densità abitativa dell'isola portano inoltre ad un mercato molto ristretto, nel quale forse gli spazi più redditizi per gli operatori teatrali professionisti sono quelli scolastici.
Non possiamo non prendere in considerazione anche la scarsità di spazi adatti al teatro: pochissimi gli edifici veramente concepiti come veri teatri; appena più diffusi i cinema- teatri; nella maggior parte dei casi si ricorre ai centri culturali comunali, con sale inadatte e prive di infrastrutture. Tale situazione pregiudica tra l'altro le possibilità di organizzare tournée di una certa entità ed in ogni caso non concorre ad avvicinare il pubblico alla cultura del teatro, se non nei grandi centri.
Tutto ciò evidentemente ha come conseguenza naturale la scarsa presenza di compagnie professionali stabili, mentre sono abbastanza diffuse le compagnie dilettanti di teatro in lingua sarda, che svolgono senz'altro un ruolo assai importante dal punto di vista culturale, ma quasi mai riescono ad innalzare il livello qualitativo medio delle opere messe in scena.
Per quanto riguarda il nostro settore di interesse, le compagnie stabili professionali sono veramente pochissime, forse una decina in tutto e soffrono spesso problemi di sopravvivenza dal punto di vista economico, per tutti i motivi di cui sopra.
Tra le più conosciute attualmente : Is marcareddas, La botte e il cilindro, Cada die, Teatro instabile, Teatro delle mani, Fueddu e gestu, Piccola compagnia.
Normalmente la tendenza delle compagnie sarde è quella di usare musiche già incise, tratte dai dischi, e si avvalgono per questo, più che di un musicista, della collaborazione di un esperto per le scelte dei brani musicali. Questo evidentemente per motivi anche economici, in quanto le musiche originali hanno un costo di base, che è il compenso dell'artista, ma anche il problema dei diritti d'autore.
Poche compagnie hanno al loro interno uno o due musicisti, allora è più facile assistere a delle opere per l'infanzia con musiche originali composte appositamente. Ciò a mio parere è l'ideale in quanto consente di attuare sintonia e omogeneità con il testo, atmosfere molto difficili da realizzare con delle musiche qualsiasi, benché appositamente scelte.
Se si eccettua il caso dei gruppi che fanno teatro "etnico", la musica sarda solo assai raramente viene inserita nelle opere infantili, in quanto considerata troppo seria e ricondotta ad un ambito di fruizione legato alle feste tradizionali e religiose. Per questo aspetto la realtà sarda è molto lontana da quella catalana, in cui questa difficoltà è stata superata e con ottimi risultati, come già detto.
Tuttavia è possibile presentare alcuni brani che, proprio perché provenienti dalla tradizione popolare, o comunque scritti in lingua sarda, ci sembrano molto interessanti per il nostro discorso.
Forse il caso più diffuso di utilizzazione di un tema popolare negli spettacoli infantili è il poema di Peppino Mereu "A Nanni Sulis", conosciutissimo anche dai bambini e apprezzato per la vivacità del modulo musicale su cui viene cantato: un ballo denominato su dillu.
Nanneddu meu, Nanneddu meu
Nanneddu meu su mundu est gai
A sicut erat no torrat mai
Semus in tempus de tirannia
Infamidade e carestia…….
Altri esempi più giocosi sono i canti a duru duru, come questo della zona di Olmedo (Sassari):
A duru duru tia Mariola
Che l'at asciadu sa coa su ventu
Et cando at bidu su maritu tentu
Issa s'at fattu una bona cassola…
o le strofe cantate a passu torrau:
mama no cheret
mama no cheret
a mi coiuare
ca so minore…
e a dillaru:
C
omare sedettende, sedettende
comare sedettende s'est drommida
in custha notte manna, notte manna
in custha notte manna de Nadale….

Il brano che segue è un caso particolare, in quanto gli autori hanno creato l'intero spettacolo "Fiore de zafferanu", partendo dal testo di questo antico canto tradizionale marinaresco, ed in particolare dalle lettere f e z di cui si parla:
In s'oru de su mare
B'at una tiligherta
Che giughet alas de oro
Et bolat a s'Egittu
In s'oru de su mare
Un'effe et una zeta
Appo in su coro iscrittu
Pro no t'ismentigare…..

Il teatro infantile ad Alghero
La città di Alghero si differenzia dal resto della Sardegna per la caratteristica linguistica del catalano antico, in una sua variante o dialetto.
Questo a dire la verità non influenza particolarmente la produzione teatrale per ragazzi, in quanto non esistono compagnie stabili di teatro per ragazzi in lingua catalana.
I pochi lavori in catalano sono stati prodotti dalle scuole, per merito di alcuni insegnanti appassionati, che hanno ripreso volta per volta qualche favola popolare o qualche leggenda o più semplicemente sono partiti da qualche canzone popolare per imbastire una storia.
In questo caso le musiche si basano su temi popolari, canzoni già conosciute prese dal patrimonio del folk algherese e vengono innestate all'interno della storia a volte anche senza un nesso veramente plausibile.
Ecco alcuni esempi di canzoni folk inserite spesso.
In questa si battono le mani e si imparano i numeri:
Mans manetes, mans manetes,
Toquen les dues i son petitetes
Toquen les tres: lo babo no hi és
Toquen les quatre: lo babo és en barca
Toquen les cinc: lo babo es venint
Toquen les sis: lo babo al passadis….
Un'altra assai nota, nella quale si apprendono i nomi delle parti del viso:
Barba barbeta
Boca boqueta
Nas de piricò
Ulls de bon minyò
Front de teulada
Una escavanada…
Il prossimo brano, di autore folk degli anni sessanta, è stato inserito in uno spettacolo per attori e burattini, La llegenda dels moros, realizzato nel 1990 ed ispirato ad una antico racconto su un attacco dei pirati saraceni alle coste algheresi.
Varant lo gussu a la maitinada, amb a les nasses per eixir a fores
Pel nassaiolu ja és venguda l'hora de alçar la vela i de posar el timó.
………………………………………………………………………
Cia de dossu, voga de fatxa, o nassaiolu salpa le nassa
Salpa i voga tot lo sant dia, cel i marina te fan companya
O pescador, o pescador, alça la vela i posa el timó…..
Le restanti forme di teatro algherese si dedicano soprattutto agli adulti, in due settori: il teatro in algherese, che ha un'impostazione legata a tematiche romantiche o satiriche; il teatro classico in italiano, che vede la presenza di due compagnie che stanno realizzando qualche lavoro degno di nota. Si avvalgono di musicisti di fiducia che in quasi tutte le opere compongono delle musiche di scena originali, o più raramente scelgono delle musiche già incise.
In questo panorama non molto produttivo e fiorente, è opportuno mettere in risalto l'esperienza del laboratorio della Piccola Compagnia, che da dieci anni gestisce un gruppo variabile di ragazzi dai 6 ai 18 anni, con i quali ogni stagione viene messa in scena un'opera ispirata a dei classici della letteratura dell'infanzia, con un discreto successo di pubblico e critica anche nell'ambito della provincia.
Le musiche di scena sono sempre originali.
 
La mia esperienza nel teatro per ragazzi.

La mia formazione musicale, dopo i primi studi classici, si è consolidata nello studio della musica popolare catalana e sarda, con un'esperienza quasi ventennale nel gruppo Càlic di Alghero, nato nel 1981.
La mia attività dal 1990 in poi si è allargata a collaborazioni con vari istituti scolastici, per la preparazione di corsi o progetti di musica, con esperienze molto interessanti, come per esempio i corsi per la costruzione di strumenti musicali da materiale riciclato dai rifiuti.
Ma è soprattutto nelle collaborazioni con varie compagnie di teatro per ragazzi che ho potuto sviluppare le più entusiasmanti esperienze, componendo musiche originali per svariate opere di autori classici o contemporanei, tra cui: Alla locanda del teatro comico (C.Goldoni), Antologia di Spoon River (Lee Master), Caro cervo (Spadola), Momo, La favola dei saltimbanchi, Le avventure di Jim Bottone (M.Ende), Gli gnomi di Gnu (U.Eco), Nel regno dei nani (A.France), Le petit prince (A.De Saint Exupery), L'oiseau bleu (Maeterlink), Peter Pan (J.Barrie), Gli specchi dei principi, I giganti delle torri, Tre al cubo (A. Arca).

L'impostazione del mio lavoro di compositore di testi e musiche per ragazzi può senza dubbio definirsi "artigianale", espressione con cui intendo dire che le mie musiche sono fatte a mano: i suoni sono essenzialmente acustici, senza utilizzo di suoni o effetti elettronici né campionatori, se non un semplice riverbero.
Gli strumenti sono quelli tipici del mediterraneo: chitarre, bouzuky, mandolino, flauti classici e popolari, fisarmonica, oltre ad una discreta quantità di congegni sonori sardi recuperati e ricostruiti, che mi sono di grande aiuto.
Frequente è anche l'uso di materiali di rifiuto, come vecchi barattoli, tubi e sacchetti di plastica, chiodi, sabbia, pietre, canne, ecc.
Nella mia esperienza è fondamentale partire da una buona conoscenza del copione teatrale da musicare e ciò avviene normalmente mediante una lettura ragionata, insieme all'autore o sceneggiatore e al regista. Ma per arricchire la conoscenza delle atmosfere procedo sempre, nel caso di sceneggiature tratte da romanzi o opere letterarie, ad una lettura dell'opera originale.
Ovviamente non in tutte le esperienze è possibile lavorare sin dall'inizio in stretta collaborazione con gli autori; capita a volte di dover comporre le musiche quasi alla cieca, con indicazioni di massima e senza aver letto il testo, per limiti di tempo o economici. Questa è per me la situazione meno auspicabile, perché può pregiudicare la buona riuscita dell'opera, anche se mi sono capitati casi di registi che hanno basato le loro direzione sulle atmosfere delle mie musiche, confessandomi di averlo deciso deliberatamente, per lasciare totalmente libera l'ispirazione musicale e sfruttarla al meglio, avendo le musiche pronte già dall'inizio delle prove.
Pur ammettendo la genialità di tale metodo, preferisco il sistema che normalmente si definisce work in progress, con verifiche costanti sulla messa in scena e sulle musiche, anche con l'effettuazione di test su campioni ristretti di pubblico, come ad esempio una classe di studenti. Ciò permette evidentemente di giungere ad un perfezionamento dell'integrazione tra recitazione e musica, che poi delinea il "ritmo" dello spettacolo, troppo spesso tralasciato nelle opere per l'infanzia, ma di grande importanza. Tali verifiche mi hanno convinto in varie occasioni ad eliminare da qualche scena una musica, anche se riuscita, ma che spezzava il ritmo dello spettacolo. In altri casi non ho esitato a far scegliere i brani definitivi agli stessi bambini.
Oltre a musiche di scena ed effetti, ritengo importante nelle opere per l'infanzia l'introduzione di canzoni, con due finalità principali: coinvolgere maggiormente il giovane pubblico e sviluppare l'animazione anche in platea; ribadire alcuni concetti o passaggi della storia narrata, riprendendoli e fissandoli nel testo del canto.
Normalmente nelle mie esperienze le canzoni vengono cantate dal vivo su una base musicale: ciò presuppone un delicato lavoro di didattica del canto, che preferisco seguire personalmente, con gli attori - cantanti o eventualmente con gli attori - bambini nel caso di teatro scolastico.

Ascolto guidato di brani tratti da varie opere

Da Le petit prince (1991):
aereo in volo: è ottenuto con una chitarra ovation suonata e raschiata sulle corde con il plettro, con quattro sovraincisioni.
Suoni del deserto: è ottenuto con l'uso di flauti, voce, richiami per uccelli.
Tra le varie canzoni inserite in questo lavoro, La rosa, La volpe, Il cammello, scelgo l'ascoltodel Piccolo principe, in quanto significativa del tipo di canto riflessivo, adatto a riprendere e ribadire i concetti principali della storia.
Ora vi racconto una storia bella
C'era un bambino sopra una stella
Piccolo principe così si chiamava
E solo soletto lassù abitava.
Poi all'improvviso successe un guaio
Su quel pianetino spuntò un rosaio
Nacque una rosa assai capricciosa
E quel principino lasciò la sua casa.
Perché?..
Perché era un piccolo, piccolo principe
Era un principe piccolo
Lui era un piccolo, piccolo principe
Era un principe piccolino.
…………………………………….

Da Peter Pan (1995):
Uncino rap: capitan Uncino in questo brano si prepara alla lotta decisiva con Peter, cantando un rap che incita i suoi pirati.
Presto tutti qui corriam, contro i bimbi combattiam
Siam pirati e abbiam coraggio, su all'attacco, all'arrembaggio
Spugna! Sei più gonfio di una zampogna e non ti fai neanche la vergogna.
Forza, bambino stupido senza cervello, vieni qui che ti faccio bello!
……………………………………………………………………...
I giganti delle torri è un'opera dello scrittore sardo Antoni Arca, portata in scena e da me musicata nel 1997. L'ambientazione sarda, in quanto la storia si svolge nel periodo nuragico, mi ha suggerito l'utilizzo di sonorità tipiche della musica della nostra isola, con l'interessante lavoro di apprendimento del coro a tenores da parte di alcuni attori, i quali, vestiti da mamuthones ( una tipica maschera barbaricina vestita con pelli di pecora e carica di campanacci ), interpretavano la parte dei piromani cattivi, ballando e cantando così:
Brucia di qua, brucia di là, ma com'è bello incendiar
Brucia di qua, brucia di là, mi piace assai devastar
Guarda che vento: è sicuro non piove
Accendi un fuocherello tra le stoppie nuove
Che bello il falò……
Brucia di qua……………………………………….
Bruciamo tutto, bruciamo il bosco,
Creiamo tanto spazio per l'erbetta nuova
Che bello il falò…….
Brucia di qua……………………………………….
E brucia oggi e poi brucia domani
Avanza il pascolo e avanza l'erbetta
E avanza il deserto, deserto…deserto…
Brucia di qua……………………………………….

Effetto pioggia: è ottenuto mediante lo sfregamento di alcune buste di plastiche, mentre un vecchio tamburo ci da la sensazione del tuono.
Gregge: è ottenuto manovrando dei barattoli di latta, all'interno dei quali si muove un pezzo di tubo in plastica.
Prima della battaglia finale contro il popolo degli invasori, che ormai sta sconfiggendo i sardi, con questo canto, Domani sarà guerra, i nuragici invocano la salvezza della patria:
Il sole al tramonto scende su Ichnusa
Il cielo si fa rosso e gialle le sue torri
Rivedo la mia gente che torna via dai campi
E guardo già mio padre che gioca con mio figlio
Domani sarà guerra, ma questa notte no
Domani sarà guerra, ma questa notte no.
A voi mio capitano io cedo la mia vita
Ma voi mio capitano salvate il figlio mio
Salvate la mia casa, i campi, il cielo, il sole
A voi mio capitano, io do la vita mia.
Domani sarà guerra, ma questa notte no
Domani sarà guerra, ma questa notte no.